"Giunti che furono al luogo del Calvario, lo crocifissero."
(Lc)
L'uso della crocifissione era molto diffuso nell'antichità.
Erodoto la fa risalire ai persiani nel V sec. a.C.; tale pratica
si estese in Asia Minore presso i greci e in Africa a Cartagine.
La storia ricorda migliaia di crocifissi: nella primavera dell'anno
71 a.C., durante la rivolta di Spartaco, ben 6000 schiavi furono
crocifissi sulla via Appia per ordine di M. Licinio Crasso; 2000
ribelli giudei furono fatti crocifiggere nel 4 a.C. dal legato romano
in Siria Quintilio Varo; una " moltitudine di briganti "
fu fatta crocifiggere "in Palestina dal Procuratore Felice
(52-60 d.C.)"; nell'anno 70, durante l'assedio romano di Gerusalemme,
molti profughi della città assediata vennero "crocifissi
ogni giorno a 500 per volta ed anche di più".
I crocifissi potevano resistere a lungo, anche due giorni. Per farli
morire velocemente spezzavano loro le gambe. Ne è documentazione
il crocifisso di Giv-at-Mivtar (presso Gerusalemme), Giovanni d'Ezechiele,
di cui nel riquadro si possono vedere le gambe spezzate.
La crocifissione fu abolita da Costantino e mai più praticata
legalmente.
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