Nel maggio 1994 vien sottoposto all'INSTITUT D'OPTIQUE D'ORSAY
di Parigi il problema della decifrazione delle scritte fantasma
che sembravano apparire sulla sindone a diverse ricercatori già
dal 1980. Il lavoro svolto dagli esperti in lettura digitalizzata
delle immagini, André Marion e Anne-Laure Courage, che con
l'avanzatissimo Microdensitometro dell'Istituto hanno soppresso
dall'immagine i forti disturbi dati dalla trama e dai segni dell'impronta
in modo da evidenziare solo le scritte "fantasma".
Il loro esame ha dato tra l'altro il seguente risultato:
- lungo la parete sinistra del volto la parola NAZARH/ENOS (che
in greco si legge nazarenos);
- sotto il mento, un po' oblique, le lettere greche (I)HSOU(S) (in
greco iesùs).
Tutto ciò induce a pensare che l'Autorità romana ha
certificato la morte mettendo le monete romane sugli occhi e l'identità
del condannato scrivendone il nome sopra il telo che avvolgeva verticalmente
il defunto.
I due errori di ortografia nella parola Jesùs e Nazarenos
(cioè l'H [eta] al posto della E [epsilon] (potrebbe però
essere anche E in Nazarenos) potrebbero essere segni di autenticità
e di antichità perché le parole Nazarenos e Jesùs
non erano ancora entrate nella letteratura e quindi c'era libertà
di traduzione ortografica.
Questa ipotesi risolve il problema di monete romane (con simboli
pagani) in una sepoltura che è ebraica.
La ricerca non è terminata ma solo iniziata: si tratta di
verificare materialmente la scritta nel rovescio del telo che è
cucito sulla tela d'Olanda e di farne uno studio paleografico. Il
tutto è rinviato oltre il 2000.
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